Signorina Clò

La sua storia comincia nel teatro di via della Pergola. Giovane, espressiva e amante del palcoscenico, le luci della ribalta la facevano sentire viva e i fiori che ogni sera riempivano il suo camerino profumavano della brillante carriera di attrice che stava intraprendendo. Eppure era soltanto una bambina quando fece il suo primo ingresso in teatro e da quel giorno giurò che in un modo o nell’altro non l’avrebbe mai lasciato. Da lì, una serie di grandi successi l’accompagnarono sull’Olimpo dei migliori attori. La signorina Clò credeva che quell’idillio non sarebbe finito mai. Come si sbagliava. Nel cartellone della nuova stagione teatrale  fu annunciato lo show che sarebbe stato candidato al premio come Miglior Spettacolo dell’anno e l’autore contattò la signorina Clò per proporle il ruolo della protagonista. Entusiasta, la signorina accettò, avrebbe avuto ancora fiori, ancora autisti e macchine di lusso, ancora complimenti. Ma il giorno del colloquio per firmare il contratto, l’autore non si fece vivo. Qualche ora dopo, dal bigliettaio del teatro, la signorina Clò venne a sapere che il ruolo era stato offerto ad un’altra attrice, giovane, espressiva e che amava il palcoscenico. Quella sera pioveva e lei si rifugiò in lacrime nel bar di via Valentini. Cercava dei fiori, e un ombrello.

Signorina Lù

La sua storia comincia nell’Isola del Mezzogiorno dove, non ancora signorina, muoveva i suoi primi passi nella musica come solista nel coro della parrocchia del paesino. Presto il suo talento fece notizia e la voce della sua bravura giunse ad un vetusto produttore della provincia lì vicino. Questo scellerato, annusando l’idea di poterla usare come fonte di personal guadagno, decise di affrettarsi a conoscerla. Con pletoriche moine, tese la sua rete e fece a lei e alla sua famiglia la proposta di trasferirsi nel Continente con l’impegno di portarla alle stelle e di farla diventare una cantante di professione. La famiglia della signorina Lù era umile e ingenua e, ammaliata dalle parole del tignoso, si fece abbacinare. Ma giorno dopo giorno le intenzioni del sacripante si fecero chiare e la signorina Lù si rese conto della trappola in cui stava cadendo. Subitamente si liberò di lui, mostrandosi di colpo scostante e algida, e da quel giorno stesso iniziò a interessarsi di politica, per esporsi contro ogni forma di abuso a danno delle donne. Sempre quel giorno, sul tardi, era nel bar di via Valentini e pioveva. Cercava qualche amica, e un ombrello.

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